Dotto ReSearch Business Observatory
“Il mondo industriale e delle imprese in periodo COVID-19”
Il cielo si fa sereno o si stanno avvicinando nuove nuvole?
L’Osservatorio di Dotto ReSearch ci ha permesso di interagire in questi mesi del 2020 con molte impese e gruppi di diversi settori: Bancario-Finanziario, Retail, Industriale e Manifatturiero, Energia, Automotive, GDO, Chimico-Farmaceutico, Fashion & Luxury Goods, Food & Consumer Goods, PA, ICT-Tech e Digital.
Nelle vostre aziende e nella quotidianità lavorativa sicuramente avrete già incontrato cambiamenti operativi e/o strutturali in questa fase complessa e imprevedibile; nell’articolo approfondiremo quanto emerso dal “Dotto ReSearch Business Observatory“. Cercheremo di dare una visione ordinata sugli impatti lavorativi e sui diversi approcci condivisi con alcune imprese e gruppi internazionali, che riassumiamo in 6 punti principali di indagine:
Dal 24 Febbraio in molte aziende, oltre il 73% degli impiegati, ha utilizzato e ha operato in modalità “smart”, mentre per gli operai il lavoro è stato ad intermittenza, cercando di mantenere alta la sicurezza, specie per chi poteva essere esposto a maggiori rischi.
Anno record per il numero di comunicazioni
aziendali e protocolli , avvisi e circolari
operative emesse.
Le comunicazioni nelle aziende sono state gestite spesso puntualmente e tempestivamente, seguendo la situazioni, gli aggiornamenti dei decreti e le disposizioni ministeriali. Il forte e crescente impatto sull’operatività delle organizzazioni ha reso necessario adottare internamente dei protocolli sanitari di protezione a tutela e a favore di tutti i dipendenti.
Le nuove regole nel lavoro e la nuova socialità.
Sono state spesso adottate misure di protezione stringenti e rigorose. Distanziamento sociale, DPI obbligatori, collegamenti e riunioni solo video, accessi inibiti per esterni.
Cosa ci ha insegnato?
Stiamo condividendo tutti un’esperienza traumatica e di convivenza con la provvisorietà che ci ha insegnato soprattutto a reagire in modo veloce e tempestivo ad eventi esterni non pianificabili. Sia a livello operativo sia di budget, molte aziende stanno adottando modelli di risk-assessment solidi ed efficaci per mitigare velocemente e il più possibile gli impatti che certe situazioni complesse possono avere sul business aziendale. In parallelo si è ricorso ad un uso “ponderato” e graduale degli ammortizzatori sociali previsti, e spesso si è cercato, dove era opportuno, la ripresa dell’attività lavorativa in ogni forma possibile e prevista.
Le dinamiche di business sono state diverse, da chi era fortemente globalizzato a chi aveva un business più local. Il blocco e il calo dei volumi di vendita, uniti con la mancata possibilità di fornire in modo puntuale i principali clienti è avvenuto per tutti i settori, cosa che è partita da un’area e che velocemente si è allargata a tutto il mondo.
Il dott. Carlo Vanin, Chief HR & Organization Officer di CAREL – leader mondiale nelle soluzioni di controllo per condizionamento, refrigerazione e riscaldamento e nei sistemi per l’umidificazione e il raffrescamento adiabatico – ha descritto all’Osservatorio, in modo puntuale, come l’azienda si sia mossa velocemente sia a livello di organizzazione sia con una comunicazione efficace, attuativa e chiara verso propri lavoratori, clienti e fornitori.
Molte realtà produttive hanno attivato progetti pilota per la riapertura delle attività, attraverso sistemi di biosorveglianza e l’avvio di test di screening per i lavoratori, per mantenere la massima sicurezza nei luoghi di lavoro. Le strategie aziendali sono state pensate e velocemente attuate per rispondere a nuove o future esigenze di mercato. In questo contesto si è attivato un processo di trasformazione digitale più veloce di quanto finora visto.
In VITEC Imaging Solutions – gruppo leader mondiale nelle soluzioni per la creazione e condivisione di immagini e di contenuti digitali e nella produzione e distribuzione di accessori per la fotografia e videografia – il dott. Danilo Greco, VP HR, ha condiviso l’attivazione di un dettagliato protocollo, che sta permettendo all’azienda di affrontare questa situazione in modo proattivo, i 3 punti principali sono: 1. framework globale di protezione finanziaria e occupazionale, supportando i dipendenti con concreti interventi in un sistema equo; 2. piano aziendale di riapertura volto a garantire la massima sicurezza, gestione del lavoro per turni e smart working; 3. Condivisione Know-how e sinergia con aziende del territorio che sono impegnate nella filiera tecnico-sanitaria.
“Dotto ReSearch Business Observatory” ha ricevuto numerosi feedback e follow-up da aziende di diverse dimensioni, da PMI a grandi multinazionali con migliaia di dipendenti, nel settore metalmeccanico. In queste aziende è emerso che le attività sono cambiate in modo radicale, lo stesso smart working era previsto in maniera marginale e in tempi brevissimi è diventato lo standard. Sono state create ed implementate nuove turnistiche, nuove disposizioni nell’utilizzo di DPI, delle mense, degli spogliatoi, delle postazioni lavorative negli uffici e in fabbrica. Le stesse comunicazioni hanno iniziato a cambiare nel format, da bacheche fisiche ed avvisi inizialmente a cascata, all’utilizzo di soluzioni digitali come whatsapp e cellulari, fino alla creazione di piattaforme online accessibili anche da chi non era dotato di posta elettronica e alle nuove postazioni pc aziendali specie per produzione/logistica.
La portata globale unica del COVID ha aperto nuovi scenari, da una prudenza iniziale a un’attenzione ai costi e agli investimenti. Ora ci si aspetta un forte intervento pubblico che comprenda dalle fasce più deboli come i piccoli artigiani, esercizi commerciali e PMI, fino alle aziende più strutturate, per uscire da una spirale potenzialmente negativa.
Da fonte ISTAT: il 45,0% delle imprese erano sospese fino al 4 maggio, mentre il 22,5% ha aperto prima del 4 maggio dopo un iniziale periodo di chiusura. Il 70,2% delle imprese hanno fatto ricorso alla Cig o a strumenti analoghi, a Marzo/Aprile la quota di personale in lavoro a distanza, sul totale dei dipendenti in Italia, è arrivata all’8,8% (dall’1,2% di gennaio/febbraio), in alcuni settori ci sono stati picchi e medie del 57,6%. Un dato significante è il 42,6% delle imprese hanno richiesto un nuovo debito bancario, mentre il 24,1% fa fronte alla crisi di liquidità utilizzando i margini disponibili sulle proprie linee di credito.
Tramite l’Osservatorio, abbiamo rilevato che tra Marzo e Aprile c’è stato oltre il 50% di fatturato in meno per 5 imprese su 10. C’è stata una riorganizzazione di spazi e processi per il 46% delle imprese, con modifica o ampliamento dei metodi di fornitura dei prodotti/servizi per il 27%, sono state tra le principali opzioni adottate per far fronte alla crisi.
Dati ISTAT: Oltre il 70% delle imprese (che rappresentano il 73,7% dell’occupazione) dichiara una riduzione del fatturato nel bimestre Marzo-Aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019: nel 41,4% dei casi il fatturato si è più che dimezzato, nel 27,1% si è ridotto tra il 10% e il 50% e nel 3% dei casi meno del 10%; nell’8,9% delle imprese il valore del fatturato è invece rimasto stabile.
Gli uffici di Finance, come quelli HR, hanno rivisto più volte i piani di risk e forecast, mentre le linee di Business hanno attuato misure straordinarie e implementato nuove attività specifiche per gestire un modo di fare business radicalmente cambiato, con la consapevolezza che in alcuni casi sarà necessario risanare aziende con supporti esterni.
Alcune aziende e multinazionali del Settore Retail , con migliaia di dipendenti in Italia e nel mondo, hanno avuto una repentina mutazione delle attività. Ora stanno ripartendo con nuove formule di gestione, con controlli quotidiani, per tutelare la salute, attivando anche piani integrativi assicurativi per supportare coloro che risultassero colpiti dal COVID-19. In questi settori ci sono importanti aspetti occupazionali e di liquidità che vanno affrontati globalmente in modo strutturato.
Nel settore Automotive alcune aziende, che lavorano nella filiera, hanno avuto la fortuna di far tesoro dell’esperienza vissuta direttamente nei stabilimenti in Cina. Questo ha permesso di attivare ben prima del lockdown smart working, formule di digitalizzazione dell’azienda, della produzione con nuove piattaforme o introduzione di sistemi di sicurezza integrata con DPI e blocco dei viaggi.
La comunicazione trasparente, coerente e non contradditoria è stata molto importante e apprezzata da migliaia di dipendenti coinvolti in queste realtà industriali e produttive. Sono state aperte nuove pagine intranet dedicate, cadenziando un “piano editoriale” settimanale rivolto ai dipendenti, clienti e fornitori. Con il supporto dell’ICT e degli Uffici Marketing/Digital, c’è stato un largo uso di nuovi sistemi aziendali e l’implementazione di nuove tecnologie nei meeting quotidiani, con diverse piattaforme quali GoToMeeting, Teams, Zoom, Webex, Meet e l’evergreen Skype.
In molti casi si è dovuto intervenire in modo strutturale per migliorare le dotazioni informatiche, sia hard sia soft, questo ha portato ad una nuova e chiara esigenza di RESKILLING da parte di molti collaboratori verso competenze digitali, per garantire lo svolgimento delle attività. La stessa formazione aziendale sta attuando nuove modalità di apprendimento, con un e-learning più allargato alle diverse funzioni, fermo restando che la parte relazionale e personale rimane un fattore comunque importante nella dinamiche aziendali.
Oggi lo smart working non può più tornare indietro. Si dovrà passare dalla presenza alla sostanza, cioè alla misurazione per obiettivi, con un focus alla motivazione e al coinvolgimento. Le persone sono l’azienda e possono contribuire a migliorarla, e l’azienda può far crescere e migliorare le persone e la loro qualità di vita.
L’engagement, durante questo periodo, è stata
una vera cartina tornasole.
Da parte di moltissime aziende di diversi settori industriali, commerciali e di servizi è stata necessaria una semplificazione delle regole e processi con la chiarezza che l’essere o diventare “snelli/lean” e veloci permette di far ripartire le imprese e la domanda interna.
In conclusione, questo periodo ci ha
sicuramente insegnato, su larga scala,
l’importanza della velocità attuativa
e decisionale.
Osservatorio 07/2020
(Le figure, Fonte ISTAT: “Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria COVID-19”).